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L’idea che la filosofia possa aiutare ad affrontare la propria mortalità con coraggio ed equanimità ha una lunga storia. Molti filosofi hanno infatti sostenuto che è proprio la consapevolezza della nostra mortalità a far nascere il bisogno di filosofia. Questa idea affonda le sue radici nel dialogo di Platone, il Fedone.

Nel Fedone Platone fa affermare a Socrate che con la morte l’anima si libera dal corpo impuro e contaminato e diventa così capace di raggiungere la pura conoscenza della Verità. Nel dialogo Socrate dice: “Ci è stato veramente dimostrato che, se vogliamo avere una conoscenza pura, dobbiamo fuggire dal corpo e osservare le cose in sé con l’anima da sola. Sembra probabile che solo allora, quando saremo morti, raggiungeremo ciò che desideriamo e di cui affermiamo di essere amanti, cioè la saggezza…”.

Secondo Platone, quindi, alla morte il filosofo raggiunge ciò per cui ha lottato per tutta la vita. Per questo Platone fa affermare a Socrate che la pratica della filosofia in vita è in realtà una prova generale di ciò che avverrà alla morte: “… coloro che praticano la filosofia in modo corretto si allenano a morire e temono la morte meno di tutti gli uomini”.

Sin dai tempi di Socrate e Platone, la filosofia ha aiutato innumerevoli individui a confrontarsi con la propria mortalità e ha fornito consolazione di fronte a quello che molti considerano il più grande di tutti i mali: la morte.