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Creatività superioreCosì come i colori che si vedono in un arcobaleno non sono che un segmento ristretto di uno spettro elettromagnetico molto più ampio, la vostra mente cosciente non è che un frammento ristretto della vostra psiche inconscia, molto più grande.
Gli individui altamente creativi nel corso della storia lo hanno capito e hanno individuato nell’inconscio la fonte di scoperte creative che hanno portato a trasformazioni personali e a grandi invenzioni nell’arte, nella scienza e negli affari.
“È un fatto molto significativo, anche se generalmente trascurato, che le creazioni della mente umana che hanno portato in modo preminente l’impronta dell’originalità e della grandezza non sono venute dall’interno della regione della coscienza. Sono venute da oltre la coscienza, bussando alla sua porta per essere ammesse: sono fluite in essa… spesso con un’esplosione di potenza travolgente”. (George Tyrrell)
Il ruolo dell’inconscio nelle scoperte creative è minimizzato nella nostra società. La maggior parte degli individui non solo non sa che l’inconscio è un terreno fertile per le trasformazioni, ma crede anche che le trasformazioni creative siano limitate a un sottoinsieme selezionato di “geni”, nati con talenti e capacità superiori al resto di noi.
E se questa convinzione fosse sbagliata? E se la capacità di ottenere autentiche intuizioni trasformative non fosse riservata ai geni, ma fosse un’abilità appresa, disponibile per tutti?
La scoperta dell’inconscio: Sigmund Freud e Frederick Myers
Sebbene la scoperta dell’inconscio abbia una storia lunga e tortuosa, è generalmente accettato che Sigmund Freud sia responsabile di aver reso l’esistenza dell’inconscio di dominio comune.
Freud era interessato a studiare l’inconscio per scoprire le radici della psicopatologia. Attraverso le sue indagini, concluse che l’inconscio è un magazzino di ricordi ed esperienze represse, che portano scompiglio nella vita e sono responsabili dello sviluppo delle nevrosi.
Freud, in breve, enfatizzò il ruolo negativo dell’inconscio – il suo ruolo di inibizione dell’individuo dall’autorealizzazione e dalla realizzazione del proprio potenziale.
Frederick Myers assunse una posizione opposta a quella di Freud. Egli riteneva che l’inconscio fosse una ricca fonte di ispirazione, significato e creatività che, se sfruttata, può condurre l’individuo in direzione di grandi realizzazioni.
Poiché le idee di Freud sono state più influenti nella nostra società rispetto a quelle di Myers, l’idea dell’inconscio come regno oscuro e spaventoso influenza ancora la percezione che molte persone hanno della loro mente inconscia.
Ma questa percezione è sbagliata. Come hanno capito le persone altamente creative del passato, quando si tratta di grandi opere della letteratura, dell’arte e della scienza, è la mente inconscia la fonte della creatività.
L’inconscio e le scoperte creative
La grande scrittrice George Eliot disse che in tutti i suoi migliori scritti, qualcosa che non era “se stessa” si impossessava di lei; le parole che scriveva sembravano provenire da questa “altra personalità”.
Il poeta John Keats scrisse che alcune parti della sua famosa opera, Hyperion, gli vennero “per caso o per magia – per essere, per così dire, qualcosa che mi era stato dato”. Aggiunse che non era “consapevole della bellezza di un pensiero o di un’espressione se non dopo averla composta e scritta”.
Il polimeta tedesco Goethe scrisse del suo famoso romanzo, I dolori del giovane Werther: “Scrissi il libro quasi inconsciamente, come un sonnambulo, e rimasi stupito quando mi resi conto di ciò che avevo fatto”.
William Blake, il famoso poeta e pittore inglese, disse della sua opera Milton: “Ho scritto questo poema da una dettatura immediata, dodici o a volte venti o trenta righe alla volta, senza premeditazione e persino contro la mia volontà”.
Robert Louis Stevenson, autore di Dr. Jekyll e Mr. Hyde, scrisse dell’esistenza di piccoli aiutanti provenienti dall’inconscio, “che fanno metà del mio lavoro mentre dormo profondamente e, con ogni probabilità umana, fanno anche il resto per me, quando sono ben sveglio e suppongo affettuosamente di farlo da solo”.
Sogni e scoperte creative
L’idea che l’inconscio sia la fonte delle intuizioni creative spiega perché molte ispirazioni arrivano nei sogni. Nello stato di sogno, quando la nostra coscienza è “off-line”, l’inconscio può parlarci direttamente (sotto forma di immagini, intuizioni ed emozioni), senza le limitazioni imposte dalla mente cosciente.
Il fisico Niels Bohr sognò un sistema planetario che gli permise di concepire il “modello di Bohr” della struttura atomica e gli valse il premio Noble.
La procedura di Sir Frederick Grant Banting per la produzione di massa di insulina gli venne in mente in sogno.
Il fisiologo Otto Loewi aveva intuito all’inizio della sua carriera che l’impulso nervoso, la componente di base di tutti i sistemi nervosi, è un evento sia chimico che elettrico. La procedura sperimentale che gli permise di dimostrare questa intuizione gli venne in mente in sogno. Come scrisse:
“La notte prima della domenica di Pasqua del [1920] mi svegliai, accesi la luce e annotai alcuni appunti su un foglietto di carta sottile. Poi mi sono riaddormentato. Alle 6 del mattino mi venne in mente che durante la notte avevo scritto qualcosa di importante, ma non riuscii a decifrare lo scarabocchio. La notte successiva, alle 3.00, l’idea è tornata. Si trattava di progettare un esperimento per determinare se l’ipotesi della trasmissione chimica che avevo formulato 17 anni prima fosse corretta o meno. Mi alzai immediatamente, andai in laboratorio ed eseguii un semplice esperimento su un cuore di rana secondo il disegno notturno….I suoi risultati divennero il fondamento della teoria della trasmissione chimica dell’impulso nervoso”.
Friedrich August Kekulé, chimico organico, scoprì la struttura ciclica del benzene in un sogno in cui vide un serpente che mangiava il proprio corpo.
in cui vide un serpente che si mangiava la coda. Descrivendo il suo sogno, scrisse:
“Ma guarda! Che cos’era quello? Uno dei serpenti si era afferrato la coda e la forma turbinava beffardamente davanti ai miei occhi. Come per un lampo mi svegliai….Impariamo a sognare, signori”.
L’inconscio: fertile di potenziale e fonte di creatività superiore
È curioso che questa informazione non sia prontamente riconosciuta nella nostra società e che non ci venga mai insegnato come attingere a questo vasto deposito di potenziale creativo.
Imparare a stimolare le scoperte creative
Graham Wallas, psicologo sociale inglese e cofondatore della London School of Economics, ha scritto L’arte del pensiero, in cui ha delineato 4 fasi necessarie per attivare l’inconscio e stimolarlo a rilasciare intuizioni sui problemi della nostra vita.
Queste 4 fasi possono essere seguite in qualsiasi area della vita che richieda soluzioni creative: nella vita personale, nelle relazioni, nella carriera professionale o nel lavoro creativo.
- Preparazione
Durante la fase di preparazione, studiate il problema che state affrontando da tutti i punti di vista. Considerate ogni angolazione e ottenete il maggior numero possibile di informazioni al riguardo.
In questo periodo è essenziale coltivare un desiderio ardente di risolvere il problema. Questo segnalerà al vostro inconscio che il problema è urgente e deve essere affrontato subito.
- Incubazione
Dopo aver trascorso un tempo sufficiente nella fase di preparazione (quando siete prossimi all’esaurimento), allontanatevi dal problema. Riposatevi e cercate di non pensare al lavoro o al problema che state affrontando.
Questo periodo di riposo libererà l’energia necessaria all’inconscio per mettersi al lavoro, vagliando, ordinando e fondendo le idee che gli sono state fornite nella fase di preparazione.
- Illuminazione
A un certo punto, mentre si alternano periodi di lavoro intenso e di riposo, un’illuminazione emergerà spontaneamente dal vostro inconscio. In sogno, sotto la doccia, durante una passeggiata di mezzogiorno o in qualsiasi altro momento innocuo, la soluzione al problema su cui stavate lavorando vi apparirà chiara come la luce del giorno.
Spesso la soluzione apparirà così semplice e ovvia che vi stupirete di non averci pensato prima.
- Verifica
La fase finale consiste nel verificare la soluzione fornita dall’inconscio. Questa fase non è sempre necessaria. A volte la soluzione può essere così chiara che non c’è bisogno di verificarne la validità.
Creatività e autorealizzazione
Molti pensano che solo chi si dedica alla scienza o all’arte possa essere creativo. È un errore. Si può essere creativi in qualsiasi ambito della vita: nell’educazione dei figli, nello sport, nelle relazioni, nella professione o nello sviluppo personale.
“… se non hai proprio nulla da creare, allora forse sei tu a creare te stesso”. (Carl Jung)
Abraham Maslow e Carl Rogers, due importanti psicologi del XX secolo, ritenevano che la creatività fosse una delle capacità superiori degli esseri umani e pensavano che nutrire la propria creatività significasse contemporaneamente muoversi nella direzione del proprio sé superiore.
Secondo questa visione, essere creativi non è un lusso, ma una necessità per tutti coloro che aspirano all’individuazione e all’autorealizzazione.
“La mia sensazione è che il concetto di creatività e quello di persona sana, autorealizzante e pienamente umana si stiano avvicinando sempre di più, e che possano forse rivelarsi la stessa cosa”. (Abraham Maslow, Gli estremi della natura umana)
“la molla della creatività sembra essere… la tendenza dell’uomo ad attualizzarsi, a diventare le sue potenzialità”. (Carl Rogers, “Diventare una persona”).